MailMaster C.
2018-06-16 16:12:13 UTC
Collaborazione fra Pierre Christin e Bilal per questa storia di
fantascienza ma che potrebbe tranquillamente essere ambientata ai
giorni nostri ed è sicuramente ambientata in una regione della
Francia che negli anni passati ha avuto gravi disagi di
disoccupazione e di popolazione. Una cittadina (Jadencourt) che si
basa su alcune imprese industriali fa fatica ad andare avanti, a
causa di continui sfruttamenti da parte dell'unico imprenditore della
zona che non concede diritti ai lavoratori e spinge solo sul ricavo
personale. Quando l'anziano imprenditore muore l'unica erede è una
giovane donna, impossibilitata a muoversi da sola a causa di un
incidente giovanile, ma dalle idee molto chiare su cosa fare, se non
altro, sembra di capire, per rimediare all'oppressione smisurata del
nonno.
Si mettono in moto quindi una serie di contrattazioni con gli alti
dirigenti delle industrie all'indomani del funerale, compresi i
sindacati, per dare vita ad una città utopistica in cui tutti possano
trovare i loro spazi, le proprie soddisfazioni e aspirazioni.
Ovviamente inizialmente sono i dirigenti d'azienda che storcono il
naso, ma a mano a mano che la costruzione della città procede, anche
alcuni lavoratori non sono convinti, e vogliono restare fuori dalla
città, anche se riconoscono che le loro famiglie all'interno possono
godere di una vita migliore e più soddisfacente.
La fine, prevedibile, porta un po' di equilibrio fra gli animi di
alcuni personaggi, in particolare il piccolo Paulo, e lascia un'amara
constatazione, ben nota agli utopisti: una gabbia, per quanto dorata,
resta pur sempre una gabbia.
Ci sono almeno due personaggi però che mi hanno colpito: il
maggiordomo Lucien, pieno di informazioni, come tutti i domestici, su
tutti i personaggi più in vista, e che non viene descritto come una
buona persona, pur nella sua incrollabile fedeltà alla famiglia, al
punto che riesce a fornire gli spunti di soluzione alla signorina
ereditiera Madeleine e l'accompagnatore di Madeleine, mai nominato in
tutta la storia, figura di secondo piano ma funzionale al finale
della storia, anche se non è ben chiaro quale ruolo sia chiamato a
svolgere in tutta la vicenda se non aiutare la ragazza nei suoi
spostamenti.
In definitiva non un capolavoro di Christin e Bilal, ma godibile sia
sotto il profilo sceneggiatura, soprattutto se collocato nella
prospettiva storica in cui è stato scritto, che sotto i disegni.
--
Mandi
MailMaster C.
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! "La Quarta Rivoluzione" by L. Floridi
!
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"Sono un hacker culturale. Smonto l'informazione e la conoscenza per
cercare di capire che cosa c'e' dentro." - Paco -
fantascienza ma che potrebbe tranquillamente essere ambientata ai
giorni nostri ed è sicuramente ambientata in una regione della
Francia che negli anni passati ha avuto gravi disagi di
disoccupazione e di popolazione. Una cittadina (Jadencourt) che si
basa su alcune imprese industriali fa fatica ad andare avanti, a
causa di continui sfruttamenti da parte dell'unico imprenditore della
zona che non concede diritti ai lavoratori e spinge solo sul ricavo
personale. Quando l'anziano imprenditore muore l'unica erede è una
giovane donna, impossibilitata a muoversi da sola a causa di un
incidente giovanile, ma dalle idee molto chiare su cosa fare, se non
altro, sembra di capire, per rimediare all'oppressione smisurata del
nonno.
Si mettono in moto quindi una serie di contrattazioni con gli alti
dirigenti delle industrie all'indomani del funerale, compresi i
sindacati, per dare vita ad una città utopistica in cui tutti possano
trovare i loro spazi, le proprie soddisfazioni e aspirazioni.
Ovviamente inizialmente sono i dirigenti d'azienda che storcono il
naso, ma a mano a mano che la costruzione della città procede, anche
alcuni lavoratori non sono convinti, e vogliono restare fuori dalla
città, anche se riconoscono che le loro famiglie all'interno possono
godere di una vita migliore e più soddisfacente.
La fine, prevedibile, porta un po' di equilibrio fra gli animi di
alcuni personaggi, in particolare il piccolo Paulo, e lascia un'amara
constatazione, ben nota agli utopisti: una gabbia, per quanto dorata,
resta pur sempre una gabbia.
Ci sono almeno due personaggi però che mi hanno colpito: il
maggiordomo Lucien, pieno di informazioni, come tutti i domestici, su
tutti i personaggi più in vista, e che non viene descritto come una
buona persona, pur nella sua incrollabile fedeltà alla famiglia, al
punto che riesce a fornire gli spunti di soluzione alla signorina
ereditiera Madeleine e l'accompagnatore di Madeleine, mai nominato in
tutta la storia, figura di secondo piano ma funzionale al finale
della storia, anche se non è ben chiaro quale ruolo sia chiamato a
svolgere in tutta la vicenda se non aiutare la ragazza nei suoi
spostamenti.
In definitiva non un capolavoro di Christin e Bilal, ma godibile sia
sotto il profilo sceneggiatura, soprattutto se collocato nella
prospettiva storica in cui è stato scritto, che sotto i disegni.
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Mandi
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