MailMaster C.
2019-11-29 17:49:22 UTC
Salve a tutti.
Difficile non rimanere affascinati da questi tre volumi, a cominciare
dall'introduzione dello stesso Watterson che racconta i suoi inizi e
le sue scelte, tralasciando forse, sicuramente volutamente, l'ultima
parte della sua carriera: perché ha deciso di fermarsi. Qualsiasi
siano le motivazioni, la scelta sembra essere quella giusta.
Personalmente non ho trovato eccessiva ripetitività negli ultimi mesi
di strisce, spesso indicato come motivo principale della scelta di
fermarsi (se non gli atterraggi di Calvin da parte di Hobbes al suo
rientro a casa), ma posso capire il suo punto di vista.
Di cosa parlano questi volumi da 500 pagine l'uno, lo sanno ormai
tutti. Calvin, un ragazzino di 6 anni, con una mentalità e una
fantasia irrefrenabili, che si confronta con i genitori, con la
babysitter, con la maestra, con la sua compagna di classe e vicina di
casa Susie ma soprattutto con la sua tigre pelusche Hobbes e con il
mondo. I nomi dei protagonisti non sono a caso, i riferimenti agli
omonimi pensatori sono facili da rintracciare.
La fantasia di Calvin è infinita, spazia dalla rappresentazione di sè
come esploratore interstellare, come dinosauro ma soprattutto come
persona in relazione costante con la tigre, antropomorfa solo quando
nella vignetta c'è solo Calvin. La personalità di Calvin è, come
quella di molti ragazzini della sua età, assolutamente egocentrica,
ma cerca di confrontarsi con i genitori e con la scuola usando metodi
e situazioni da adulti, anche nel linguaggio, ma ovviamente non viene
mai considerato adulto al punto tale da prenderlo sul serio, e quindi
le risposte degli esasperati genitori e dell'insegnante sono per lui
fonte di frustrazione. Calvin quindi libera i suoi ragionamenti in
diverse situazioni, quelle che mi sono piaciute di più sono nella sua
rappresentazione dei pupazzi di neve e nei dialoghi filosofici con
Hobbes mentre scendono sullo slittino pendii innevati andando
regolarmente a sbattere contro alberi e cadendo in burroni.
E' molto facile immedesimarsi nelle sue fantasie, sentirsi partecipi
dei suoi ragionamenti ed atteggiamenti e alla fine parteggiare per
lui, anche se da genitori si capisce benissimo il senso di sfinimento
degli adulti nel tenere testa ad un figlio così esuberante.
La lettura è d'obbligo, l'edizione è molto ben fatta, ogni tomo è
grande abbastanza da apprezzare i disegni ma non troppo da renderlo
poco maneggevole.
--
Mandi
MailMaster C.
!------------------------------------!
! "La Quarta Rivoluzione" by L. Floridi
!
! OSC Rulez! >^..^<
!------------------------------------!
"Sono un hacker culturale. Smonto l'informazione e la conoscenza per
cercare di capire che cosa c'e' dentro." - Paco -
Difficile non rimanere affascinati da questi tre volumi, a cominciare
dall'introduzione dello stesso Watterson che racconta i suoi inizi e
le sue scelte, tralasciando forse, sicuramente volutamente, l'ultima
parte della sua carriera: perché ha deciso di fermarsi. Qualsiasi
siano le motivazioni, la scelta sembra essere quella giusta.
Personalmente non ho trovato eccessiva ripetitività negli ultimi mesi
di strisce, spesso indicato come motivo principale della scelta di
fermarsi (se non gli atterraggi di Calvin da parte di Hobbes al suo
rientro a casa), ma posso capire il suo punto di vista.
Di cosa parlano questi volumi da 500 pagine l'uno, lo sanno ormai
tutti. Calvin, un ragazzino di 6 anni, con una mentalità e una
fantasia irrefrenabili, che si confronta con i genitori, con la
babysitter, con la maestra, con la sua compagna di classe e vicina di
casa Susie ma soprattutto con la sua tigre pelusche Hobbes e con il
mondo. I nomi dei protagonisti non sono a caso, i riferimenti agli
omonimi pensatori sono facili da rintracciare.
La fantasia di Calvin è infinita, spazia dalla rappresentazione di sè
come esploratore interstellare, come dinosauro ma soprattutto come
persona in relazione costante con la tigre, antropomorfa solo quando
nella vignetta c'è solo Calvin. La personalità di Calvin è, come
quella di molti ragazzini della sua età, assolutamente egocentrica,
ma cerca di confrontarsi con i genitori e con la scuola usando metodi
e situazioni da adulti, anche nel linguaggio, ma ovviamente non viene
mai considerato adulto al punto tale da prenderlo sul serio, e quindi
le risposte degli esasperati genitori e dell'insegnante sono per lui
fonte di frustrazione. Calvin quindi libera i suoi ragionamenti in
diverse situazioni, quelle che mi sono piaciute di più sono nella sua
rappresentazione dei pupazzi di neve e nei dialoghi filosofici con
Hobbes mentre scendono sullo slittino pendii innevati andando
regolarmente a sbattere contro alberi e cadendo in burroni.
E' molto facile immedesimarsi nelle sue fantasie, sentirsi partecipi
dei suoi ragionamenti ed atteggiamenti e alla fine parteggiare per
lui, anche se da genitori si capisce benissimo il senso di sfinimento
degli adulti nel tenere testa ad un figlio così esuberante.
La lettura è d'obbligo, l'edizione è molto ben fatta, ogni tomo è
grande abbastanza da apprezzare i disegni ma non troppo da renderlo
poco maneggevole.
--
Mandi
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"Sono un hacker culturale. Smonto l'informazione e la conoscenza per
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